Lotta: storia e origini

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La lotta è nata con l’uomo, inizialmente come necessità di sopravvivenza e di dominio, per poi trasformarsi in una delle più efficaci forme di allenamento fisico e in una disciplina agonistica. Alfonso Castelli ha osservato:

"Alcuni di noi probabilmente non avranno mai tirato di scherma, nuotato, fatto canottaggio o giocato a tennis, ma sicuramente nessun ragazzo sano e normale è giunto all’adolescenza senza aver corso e senza aver lottato."

Un concetto che trova eco nelle parole di Filostrato di Lemno, il quale affermava che l’uomo era nato per lottare, per fare a pugni e per correre.

La lotta nell’Antico Egitto

L’origine della lotta come disciplina sportiva è incerta, ma l’Egitto fu uno dei primi luoghi in cui si consolidò come pratica codificata. Sebbene non vi siano fonti scritte dirette, le pitture e i rilievi rinvenuti nelle necropoli testimoniano l’importanza di questa attività nella cultura egizia.

Un esempio emblematico è rappresentato dagli affreschi della necropoli di Beni Hasan, dove nelle tombe di Baqti, Kethi e del faraone Amenemhet sono raffigurate oltre 400 diverse posizioni di lotta. Questi dipinti non solo illustrano la varietà delle tecniche, ma suggeriscono anche che la lotta fosse parte integrante della preparazione militare e dell’educazione dei giovani egizi.

La lotta in Oriente: la nascita del sumo

In Oriente, la lotta si sviluppò in forme uniche, tra cui il sumo giapponese. La leggenda narra che il primo incontro documentato avvenne tra Taima-no-Kehaya e Nomi-no-Sukune, il quale uccise l’avversario spezzandogli la schiena. Questo episodio portò a una revisione delle regole per ridurre la pericolosità del combattimento.

Fu lo stesso Nomi-no-Sukune a selezionare e codificare 48 tecniche, suddivise equamente tra colpi alla testa, al corpo, alle mani e alle gambe, dando vita al sumo come disciplina regolamentata. Da semplice scontro fisico, il sumo si trasformò in un metodo di addestramento militare e infine in un vero e proprio rituale (shinji zumo), con profonde connessioni alla spiritualità e alla cultura giapponese.

La lotta nella Grecia classica: la perfezione dell’arte atletica

Sebbene la lotta fosse praticata da quasi tutti i popoli dell’antichità, fu la Grecia a elevarla a un livello superiore. Considerata non solo un’arte ma una scienza, essa era ritenuta essenziale per la formazione fisica e caratteriale di un individuo.

Plutarco di Cheronea la definì l’esercizio atletico più antico, che richiedeva la maggiore esperienza e astuzia. La lotta greca, nota come pale, divenne una delle discipline fondamentali dei Giochi Olimpici antichi e diede origine al termine palestra, che indicava il luogo in cui gli atleti si allenavano.

Re, condottieri e filosofi greci, tra cui Platone e Aristotele, ne esaltavano i benefici, ritenendola essenziale per forgiare il corpo e la mente. Il suo impatto sulla cultura greca fu tale da influenzare la formazione degli opliti e dei cittadini, contribuendo alla visione dell’atleta come modello di equilibrio tra forza, disciplina e intelligenza.